Gran Tour Puglia – Giorno 7

La nottata non ha aiutato il recupero di Paolo, e a malincuore decide di dirigersi verso la stazione ferroviaria per prendere il treno e saltare qualche decina di chilometri della tappa di oggi che ci porta a Otranto. Lo salutiamo ed iniziamo a pedalare verso Gagliano del Capo, ma dopo 1.5 km lungo la statale troviamo un ottimo bar per la colazione. Ordiniamo il primo giro di cappuccini e croissant, quando Paolo ci informa che non gli hanno permesso di salire a bordo del treno con la bici montata. Pertanto, rientra verso di noi e lo aspettiamo al bar per il secondo giro di colazione.

In questo modo, la colazione dura 50 minuti, ma Spillo estrae l’asso dalla manica: una scatola di Oki. Una bustina per Paolo e speriamo che faccia un buon effetto.

Entriamo a Gagliano e deviamo in direzione della “Grotta dei conigli” arrivando ad un piccolo parcheggio da cui si dirama un sentiero. Il navigatore ce lo indica, e quindi lo affrontiamo inizialmente in discesa, attraversando un antico ponticello in una stretta gola. Da qui il sentiero risale, e lo fa in maniera decisa, ripida, con gradini irregolari e deformati. Inizia una lunga, lenta e faticosissima ascesa in cui dobbiamo sollevare di peso le bici per superare tornantini strettissimi.

Iniziamo a dubitare, ma controllando il navigatore, vediamo chiaramente che la strada asfaltata è appena sopra di noi, anche se non udiamo alcun rumore di auto nè tantomeno riusciamo a intravederla. Tra le lamentele di Paolo, partito malconcio ed ulteriormente provato da questo inizio fantozziano, e il mio tentativo di dare fiducia, riusciamo dopo 30 minuti a percorrere i 300 metri di questo sentiero terribile, e ci ritroviamo nuovamente su una strada. Dopo l’escursione su sabbia di ieri e questa su sentiero ripidissimo di oggi, le recensioni negative da parte della truppa alle mia capacità di navigatore fioccano.

Ad ogni modo, ripartiamo finalmente su un comodo asfalto: costeggiamo il mare lungo la litoranea che rimane 60-70 metri sopra il livello del mare, tranne qualche discesa verso porticcioli apparentemente isolati come Tricase Porto, dove troviamo un gruppo di bagnanti a godersi la pace della caletta.

Paolo inizia a sentire l’effetto dell’Oki e mentre noi spesso ci fermiamo a fare foto, lui decide di procedere a passo lento ma regolare e prendere un po’ di vantaggio. Lo recuperiamo poco prima di Castro Marina, in zona Acquaviva. Ha scoperto una caletta meravigliosa, piccola e ben riparata dove l’acqua è tranquillissima. E’ il posto giusto per un bagno al mare, leghiamo le bici e scendiamo.

Ci fermiamo un paio d’ore in quest’acqua splendida, e ritorniamo a pedalare superando Castro ed arrivando a Porto Miggiano. Spinti da una fame incredibile alle due del pomeriggio, io e Paolo andiamo alla ricerca di un ristorante, mentre Spillo e Use sono affamati di mare e scendono alla spiaggia. Anche qui non troviamo ristoranti aperti, e ci allontaniamo sempre di più fino a Torre Santa Cesarea, dove abbiamo ben due ristorantini sulla carinissima via principale. Ne scegliamo uno, e ci diamo ad un piatto di meritata pasta quando ormai sono quasi le 15.

La nostra pausa dura un’ora, nella quale Spillo e Use non ci raggiungono. Anzi, ci dicono di volersi godere ancora il mare e di anticiparli a Otranto: fissiamo il campeggio di arrivo, e ci vedremo direttamente là.

Io e Paolo lasciamo quindi Torre Cesarea, sempre a ritmo tranquillo ma regolare. La strada è un incanto, con continui cambi di angolazioni della vista sul mare, nuove linee all’orizzonte dietro ogni curva. Solo dopo Porto Badisco con la sua spiaggia, perdiamo il mare e ci troviamo pure un po’ di vento contrario, ma per fortuna dura poco. Ormai mancano solo 5 km al campeggio, e gli ultimi 2 sono pure in discesa: ci troviamo davanti all’ingresso prima del previsto.

Spillo e Usse arrivano un’ora circa dopo di noi, quando abbiamo già montato la tenda, fatto la doccia e studiato come raggiungere il centro di Otranto che dista un chilometro circa. Ci riposiamo nell’attesa e poi insieme andiamo a visitare la città.

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