Piacenza – Genova – Giorno 2
Il mattino seguente il meteo ancora non ne vuole sapere di venirmi in aiuto: vento e una leggera pioggerellina sono li’ ad accogliermi. Tardo il piu’ possibile la partenza, ma alla fine mi accingo a salire in sella. Per i primi 10 km la strada scorre praticamente in piano, e torna salire fino a raggiungere il culmine giusto prima di una galleria. Da qui comincia la discesa che passa attraverso qualche tunnel. La valle si apre, si inizia a vedere l’autostrada e il traffico comincia ad aumentare. Dopo 2-3 km di discesa senza sole, metto addosso tutto quello che ho, pure dei guanti invernali sopra a quelli da ciclista. Ma non basta, fa veramente freddo. A mezzogiorno, a 10 km da Genova sono costretto a fermarmi: ho le dita talmente fredde da far fatica a frenare. Per fortuna, il sole comincia a far capolino e la differenza, in positivo, si sente. Dopo una ventina di minuti di riposo davanti ad una falegnameria, riparto alla volta di Genova. In una quindicina di minuti mi ritrovo nella periferia genovese. Proseguo alla ricerca del porto per poter pranzare vista mare, e dopo aver preso qualche direzione sbagliata, entro finalmente in centro. Nel frattempo, il sole ha decisamente preso coraggio e dato vita ad una giornata decisamente primaverile.
Dopo un giretto nel centro, mi rilasso nei pressi dell’Acquario, dove molta gente ha deciso di passare la domenica di Pasqua. A questo punto mi occupo del mio pernottamento: decido di andare verso le Cinque Terre per trascorrere da quelle parti Pasquetta. Avevo inoltre pianificato di andare fino a Framura per poter vedere la pista ciclabile che hanno realizzato tra Framura stessa e Levanto. A questo punto, controllo i treni con trasporto bici, e prenoto una notte in un agriturismo non troppo distante dalla stazione di Framura. Alla stazione di Genova Piazza Principe scopro dagli orari dei treni che per arrivare a Framura avrei bisogno di un cambio e arriverei poco prima delle 20. Decido quindi di prendere un treno per Deiva Marina e da li’ andare in bici fino all’agriturismo.
Sceso alla stazione di Framura alle 18.20 circa, parto immediatamente alla volta di Framura. La strada si lascia alle spalle il mare e mi spinge verso le montagne in direzione di Ghiaia. Pian piano comincia a salire e inizio ad affrontare anche qualche tornante con pendenze non indifferenti, ma per fortuna non c’e’ quasi nessuno in giro e le piante in fiore offrono uno spettacolo meraviglioso immerse in un gran miscugio di profumi. Al bivio per Piazza prendo a destra seguendo sempre le indicazioni per Framura. Supero Passano e Castagnola e inizio a vedere un piccolo cucuzzolo di una montagna (beh montagna…sara’ stato 300-400 m.s.l.m) che sembra l’ultimo ostacolo tra me e il mare. Sembra un vero e proprio balcone naturale sul mare. Nonostante l’ora tarda e la fame, mi fermo per fare una foto: ma il telefono non ne ha piu’, e’ al 5% di carica e non mi lascia piu’ entrare in modalita’ fotocamera. Non ho potuto immortalare quell’immagine, ma chiunque passi da quella strada sa a cosa mi riferisco.
Proseguo sulla strada principale e quando giungo a Tari’ seguo il cartello per Framura centro. Non appena inizia la discesa, un cartello indica la prima destra per l’agriturismo La Foce del Prato (2 km). Appena prendo quella strada, sulla sinistra mi si apre uno scenario fantastico: sono nel pieno di un versante montano rivolto sul mare. L’acqua e’ completamente ferma come a fare da specchio al tramonto, tinte dall’azzurro al rosa colorano il cielo e si immergono nel mare.
La costa montagnosa con le piante in fiore e’ la cornice perfetta a questo quadro naturale, e il profumo nell’aria e il silenzio della costa esaltano il senso di pace di questo angolo di paradiso. Spinto da questa vista, trovo le ultime energie per salire in piedi sulla bici e arrampicarmi lungo una strada irta e stretta che mi fa risalire con pendenze importanti fino a quel cucuzzolo che avevo visto prima in lontananza. I km dal cartello in realta’ sono piu’ di due, e il dislivello e’ pure ragguardevole per la distanza cosi’ breve, ma distratto dalla vista che mi circonda, percorro questo tratto senza lamentarmi nemmeno per non distruggere il silenzio. E alle 19:40 di fronte a me la strada asfaltata finisce nel parcheggio dell’agriturismo, dove si conclude anche il mio percorso in bici per la giornata di oggi. Ah dimenticavo: appena giunto all’agriturismo, la proprietaria mi fa notare che avrei potuto tagliare per una stradina sterrata all’altezza di Tari ed evitare tutto il tratto in salita dal cartello. Non l’ho presa molto male…mi sarei perso una vista indimenticabile.