Tour della Puglia
Riassunto
In questo anno tragicamente negativo e costantemente in lockdown, una serie di coincidenze ci ha comunque permesso di fare un cicloviaggio di quelli con la “C” maiuscola: il tour della Puglia. Va detto che la nostra prima scelta era la Sardegna, perchè in ottobre ci avrebbe permesso di goderci spiagge e mari caraibici senza persone, evitando gli assembramenti (osceni ndr) dell’agosto passato. Ma ahimè, la decisione sciagurata dell’ultimo minuto del presidente di regione Solinas di obbligare il tampone nelle 48 ore precedenti, ci ha costretti al disperato tentativo di recuperare un test che rispettasse la scadenza. Ricerca miseramente fallita, e quindi la Sardegna ha dovuto rinunciare al nostro (misero) contributo economico (fatto di piazzole in campeggi e pranzi da supermercato), nonostante il tentativo di recupero del governo nazionale con la bocciatura della “bolla” regionale, perchè ormai la nostra fiducia era stata tradita.
A parte questo breve (e tedioso) preambolo, finalmente arriviamo a dire che dopo sparate più o meno credibili come andare in Svizzera (chi voleva correre il rischio di rimanere bloccato in uno dei Paesi più cari del mondo nel caso di un lockdown?!), Francia (che dopo le spiagge di Nizza piene come le discoteche sarde, tanto per tornare in tema, era il peggio d’Europa) o Sicilia (l’aereo richiedeva un nuovo tampone), la nostra scelta è ricaduta sulla nobile regione della Puglia, comodamente raggiungibile in treno e swab-test free.
Nel giro di pochi giorni abbiamo messo assieme un piano di 12 tappe da nord a sud, che alternasse mare ed entroterra, con pochi saliscendi (la mancanza di allenamento è praticamente un requisito per partecipare ai nostri viaggi), pochi chilometri giornalieri (burla soprattutto per Paolo che l’ha capita dopo due giorni), cultura (forse) e tanto mare (a ripensarci non così tanto).
Ad ogni modo, si è trattato di un tour stupendo, in cui abbiamo scoperto dal vivo bellezze sempre viste solo in televisione, come Castel del Monte da Superquark, abbiamo apprezzato prelibatezze di cui avevamo solo visto riproduzioni nordiche malfatte (come i panzerotti) e conosciuto la famosa ospitalità del sud (talvolta clamorosamente confermata come nel caso di Bepi, talvolta da rivedere come nel caso di un paio di gestori di b&b).
Introducendo un minimo di serietà, al di là dei numeri che si vedono nel riepilogo, il percorso è quasi tutto su strada, ma molto spesso a bassissimo scorrimento, tant’è vero che ogni tanto c’era da temere di non trovare da bere per km (immondizia invece sempre a disposizione, soprattutto nell’entroterra). Abbiamo percorso lunghi sterrati, ma sempre facili, e solo in rare occasioni (ma comunque indimenticabili, chiedere a Paolo per dettagli migliori) siamo finiti su sentieri al limite della praticabilità per bici cariche con 15 e più kg di bagaglio. In Salento esiste anche un accenno di percorso ciclabile, lo potremmo definire uno schizzo di potenziale meraviglia lungo la costa, che attende solo di essere completato o almeno meglio segnalato.
Difficolta’
Non è stato banale, soprattutto per via delle distanze percorse quotidianamente che non hanno quasi mai rispettato i piani. L’anno anomalo per via del virus, ci ha spesso visti di fronte a cancelli di campeggi chiusi e paesi costieri fantasma, con inevitabile incremento delle distanze da percorrere che si scoprivano nel pomeriggio dopo ore in sella. Inoltre, non sono mancate strade interrotte, addirittura una distrutta da una frana con un’enorme voragine, e le distanze dai centri abitati per poter bere o mangiare qualcosa ogni tanto si sono fatte sentire, soprattutto lontano dalla costa e dai grandi centri turistici (ma credo che in piena estate o in un anno “normale” sarebbe stato ben diverso). Riassumendo, è un percorso impegnativo per il chilometraggio, che non consiglierei alle famiglie perchè si è comunque quasi sempre su strada (anche se in generale secondaria), ma che merita assolutamente.
Raggiungibilita’
Noi abbiamo sfruttato l’intercity notte da Milano per Bari. E’ stata manna dal cielo, perchè nonostante la compressione in una cabina discretamente accogliente di quattro uomini sudati con le relative biciclette smontate e dolcemente riposte in sacchi dell’immondizia, più otto borse laterali e due tende, siamo anche riusciti a dormire 3-4 d’ore (chi più chi meno). E sottolineo sudati perchè abbiamo smontato le bici ai binari, arrivando comunque da stazioni lontane da Milano.
Il viaggio comunque è comodo, ci si può chiudere nella propria cabina, si sta stretti con le bici all’interno (molto), ma alla fine si fanno pochi spostamenti, e non costa caro. Quindi assolutamente promosso dal nostro punto di vista: occorre forse coprirsi bene perchè nella notte l’aria condizionata può diventare difficile da sopportare, ma anche a livello di rumori, non sono eccessivi. Noi siamo partiti alle 21 da Milano, ed alle 7 del mattino eravamo a Bari, senza ritardi. Discorso valido anche per il ritorno dove abbiamo usato la stessa soluzione.
Bellezza
Vuoi la periferia industriale di Bari, vuoi i marciapiedi di televisori e lavatrici, non era molto il nostro tipo di paesaggio. Ma è davvero difficile dire che i lunghi passaggi tra gli olivi, i commoventi sassi di Matera, la lucentezza delle Maldive del Salento, la poesia della grotta di Sant’Andrea, o la magia dei trulli di Alberobello, non creino assieme un connubio di bellezze variegato e irripetibile. Ce n’è per tutti i gusti, e se avessimo avuto più tempo, avremmo visitato anche altre località, provato visite guidate in luoghi che purtroppo (almeno a noi) sono poco noti.
Alloggio
Qui l’effetto covid ha pesato tanto, insieme con la nostra scelta di intraprendere questo viaggio in bassa stagione (fine settembre, inizio ottobre): molti campeggi ed hotel quest’anno non hanno neanche aperto, quindi spesso abbiamo trovato strutture chiuse, ma persino interi paesini disabitati, praticamente fantasma. Ci siamo comunque attrezzati con tenda e sacco a pelo che abbiamo utilizzato per la maggior parte delle notti, tranne qualche notte in agriturismo o b&b su booking comunque economici. In generale, i campeggi nell’entroterra sono merce rara, mentre sulla costa si trovano, ma sempre concentrati nelle zone più conosciute.
Costi
Alla fine, ce la siamo cavata con 800 euro a testa tutto compreso: treno dalle rispettive case A/R, campeggi e hotel, cibo. Il vantaggio della bici, come dice Jovanotti (cit. per chi ha visto il suo viaggio in Patagonia) “non puoi comprarti nulla di extra” (o una cosa del genere) perchè spazio non ne hai e peso non ne vuoi aggiungere. Per 12 giorni quindi siamo stati intorno ai 65 euro giornalieri, su cui molto pesano comunque i prezzi dei biglietti del treno. In generale per l’alloggio camping e b&b differivano di poco: quasi 10 euro a testa il camping, 12-15 euro a testa il b&b. Per il cibo, a pranzo mangiavamo sempre qualcosa di rapido dal supermercato o take away e solo a cena andavamo al ristorante. Ristoranti che non abbiamo trovato così tanto economici, a parte qualche eccezione: direi con prezzi “nordici”.