Torino – Savona – Giorno 2

Oggi parte alla grande: scopriamo che il campeggio comprende una casa con splendido giardino fiorito dove è possibile fare colazione su dei comodi tavoli di legno. Non solo, la colazione è a buffet con grandi quantità di torte fatte in casa, croissant ancora caldi e tanto altro ancora. Dopo una colazione del genere, siamo molto carichi per partire!

La carica dura però il tempo di saltare in sella: Paolo è già stanco, e la prima leggera salita verso Barolo fa subito capire che sarà una giornata complicata. Non solo, Spillo scopre di aver perso la mascherina ieri sera. Sappiamo la strada che abbiamo fatto per andare al ristorante (sorvolo nuovamente su questo…), e decidiamo di ripercorrerla in bicicletta dove possibile. Dopo un paio di km in cui sono concentrato a guardare a bordo strada…trovo la mascherina! Spillo e Paolo erano già più avanti di me…e stavano facendo foto al paesaggio, dimenticatisi totalmente del motivo per cui stavamo facendo quella strada!

In effetti, non hanno tutti i torti: siamo nel pieno nelle Langhe e tutto intorno a noi è un tripudio di vigneti e campi coltivati geometricamente.

Ci muoviamo in direzione di Novello che dista solo 5 km dal nostro punto di partenza, e usciamo dal paese attraverso uno sterrato in discesa che ci porta sulla strada nei pressi del Tanaro e ben presto sul torrente Rea. Spesso la traccia GPS ci porta su sterrati che costeggiano la strada e tagliano i campi permettendoci di essere completamente isolati dal traffico, ma anche sulla strada le auto sono davvero poche.

Arriviamo a Dogliani e dopo la foto di rito, risaliamo a Murazzano, dove troviamo molta più gente e auto, e finalmente anche un punto dove mangiare. Murazzano si presenta come un borgo medievale coronato da una torre caratteristica, ma soprattutto è un balcone fantastico sulla Langhe. Decidiamo di sostare qui per pranzo.

Il pomeriggio promette di essere più tranquillo, anche se appena fuori Murazzano il GPS ci porta su una strada inesistente, e quindi ripieghiamo verso una secondaria che ci fa scendere verso Costa, Igliano e Roascio. Frazioni isolatamente tranquille, immerse nel verde e quasi desolate, ma chiaramente ancora abitate o almeno sfruttate per qualche coltivazione. Siamo solo noi, immersi nei colori del paesaggio con qualche animale d’allevamento: la tranquillità è tale che durante una salita ci stacchiamo procedendo a ritmi diversi e riusciamo ancora a parlarci chiaramente nonostante i diversi metri di distanza.

Intorno al quarantesimo chilometro torniamo maggiormente alla civiltà e veniamo raggiunti da un gruppone di ciclisti con ebike che sono incuriositi dal nostro equipaggiamento da cicloturisti. Dopo qualche domanda consueta, ci raccomandano decisamente di deviare verso Sale San Giovanni. Nonostante la stanchezza (non dobbiamo dimenticare la nostra scarsa condizione fisica che durante la giornata si era fatta sentire), decidiamo di piazzare le tende al camping a Priero (appena fuori Ceva), e di andare in perlustrazione come consigliato.

La salita per Sale San Giovanni è regolare, ma affrontabile pedalando in modo costante. E ne vale la pena! Il paese è noto per le coltivazioni di lavanda, che attirano migliaia di persone ogni anno. Il profumo dei campi inebria l’aria ed i colori dei campi in fiore sono spettacolari: come nelle foto delle agenzie turistiche.

Lasciamo Sale San Giovanni scendendo nuovamente verso Ceva e quindi al campeggio, dove purtroppo a causa del coronavirus c’è solo un camper oltre a noi. In serata ci incamminiamo verso un ristorante in centro a Priero dove recuperiamo le forze, ed al ritorno siamo sorpresi dalla vista delle lucciole che danzano tra gli alberi che costeggiano l’isolata strada di campagna verso il camping.

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