Melide – Locarno

Partiamo rapidamente da casa per raggiungere la stazione del treno che da Chiasso ci porta comodamente a Melide in una mezz’oretta. Il treno è il TILO che chi viaggia in Lombardia sulla tratta Milano – Como (e Svizzera) ben conosce: pulito, spazioso e con diversi vagoni con accesso per le bici. Devo dirlo, partendo da Chiasso, senza quindi fare la tratta italiana, il TILO parte puntualissimo ed arriviamo esattamente alle 9.20 a Melide.

All’uscita dalla stazione di Melide, ci dirigiamo verso la Svizzera in miniatura (Swissminiatur), ma giriamo poco prima in direzione del lago seguendo i cartelli della pista ciclabile. Da qui sferzati dal vento ma incantati alla vista del lago di Lugano, saltiamo in sella ed iniziamo a pedalare.

Il percorso da qui fino ad Agno, quindi per 15 km, è su strada, senza una pista ciclabile dedicata. Ma il traffico (siamo in una domenica mattina), è minimo, e c’è molta attenzione verso i ciclisti. Il sole batte già forte sul lago e su di noi, soprattutto nei primi 6-7 km, regalandoci immagini da copertina con le montagne che sovrastano il lago e la vista sulla sfondo di Porto Ceresio. A Morcote, dobbiamo fermarci per una foto: il paesaggio è troppo bello per proseguire indifferenti.

Poco dopo Vico Morcote però la strada segue la rientranza del lago, e ci ritroviamo in un attimo nel lato a bacìo e rimaniamo all’ombra per 8-9 km circa: lungo questo tratto siamo quasi solo noi ed altri ciclisti. Ancora una volta non c’è una pista ciclabile, ma il traffico è quasi nullo. Dopo 15 km esatti però ci lasciamo il lago alle spalle ed arriviamo ad Agno, dove iniziamo a costeggiare il rio Vedeggio su uno sterrato.

Ora siamo davvero su una pista ciclabile o comunque su una strada ad accesso limitato, e seguiamo pedissequamente il corso del fiume attraversandolo ogni tanto per cambiare lato di percorrenza. Il paesaggio qui è meno affascinante rispetto al lungolago: superiamo una zona industriale e costeggiamo l’autostrada, ma abbiamo sempre un lato occupato dal fiume e c’è comunque molto verde intorno a noi.

Quando finalmente ci allontaniamo dall’autostrada, attraversiamo una bella zona tranquilla tra i paesini di Camignolo e Bironico, prima di arrivare alla stazione di Rivera. Qui decidiamo di prendere il treno, come consigliato da MySwitzerland, per arrivare fino a Giubiasco. Siamo fortunati: il treno arriva in 5 minuti, facciamo i biglietti al volo e in breve tempo siamo a Giubiasco.

All’uscita dalla stazione, l’indicazione per la ciclabile non è presente, però capiamo che dobbiamo lasciarci la stazione alle spalle e prendere la via rivolta verso le montagne di Locarno. In 500 metri siamo sulla pista ciclabile: prendiamo a destra per Bellinzonza che raggiungiamo in 3 km: mangiamo in un parco, e dopo un attimo di relax, ritorniamo verso Giubiasco e prendiamo la pista ciclabile per Locarno.

La ciclabile brulica di ciclisti che vanno decisi verso il lago a rinfrescarsi. Inizialmente non capiamo la loro fretta, ma bastano due minuti per comprenderla: la pista ciclabile è in pieno sole senza alberi a fare da ombra per almeno una decina di chilometri. Alle 2 del pomeriggio sotto questo sole non è bello pedalare (!), per parafase Baccini. Pertanto, ci adeguiamo anche noi e cerchiamo di accelerare: del resto la pista è tutta per le bici e completamente piana, quindi permette anche di andare veloci.

Quando ormai siamo cotti dal sole potente, ci appare all’improvviso una visione all’orizzonte: un bosco fittissimo. Capiamo che non si tratta di effetti indesiderati dell’insalatissima Rio Mare che abbiamo mangiato a pranzo (buonissima bisogna dirlo) quando ci infiliamo proprio in mezzo e finalmente prendiamo una pausa da un caldo incredibile. Quando sbuchiamo fuori dal bosco, siamo finalmente a Locarno e con la ciclabile siamo proprio ad un passo dal lago: rimpiangiamo di non aver portato costume ed asciugamano, perchè molti più saggi di noi, si stanno divertendo in acqua. Rallentiamo per goderci il panorama fino ad arrivare al centro di Locarno. Qui, ci prendiamo un meritato (e doveroso) gelato che gustiamo su una preziosissima panchina all’ombra. Entrambi provati dal caldo più che dalla fatica, non discutiamo nemmeno sul fatto di tornare in bici a Giubiasco (io l’avrei fatto, ma in questi casi un uomo deve capire che è meglio tacere per evitare problemi: la donna stanca non tollera proposte che comportino ulteriore fatica): prendiamo il treno da Locarno, e con un cambio a Giubiasco rientriamo comodamente a Como in un’ora e e mezza circa.

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