Corsica – Giorno 13
Il traghetto ci aspetta alle 11, quindi abbiamo tutto il tempo di prepararci. Io come al solito mi sveglio presto e alle 6 sono in riva al mare a godermi l’alba in mezzo alla spiaggia deserta. Vado in una panetteria a prendere dei croissant, e quando rientro trovo Paolo in piedi. Facciamo colazione, prepariamo le bici e andiamo verso il Porto. Per sicurezza prendiamo anche dei sacchi dell’immondizia, nel caso ci serva impacchettare le bici per prendere l’InterCity da Genova per Milano. Il traghetto parte in orario alle 11, e il viaggio scorre tranquillo…troppo tranquillo, tant’e’ vero che a Genova siamo in ritardo di un’ora. Ci accoglie una fresca pioggerellina, che ormai non sapevamo neanche piu’ cosa fosse.
Alla stazione di Genova Piazza Principe il treno regionale che avevamo in mente di prendere e’ ovviamente partito. Decidiamo di prendere l’InterCity fino a Milano, e poi l’ultimo regionale delle 21.29 per Domodossola. A Milano dovremmo aspettare 40 minuti, e siccome il biglietto dell’InterCity e’ piu’ caro, decidiamo di imballare le bici, non prendere il supplemento bici neanche per il regionale da Milano: ci saliremo con le bici impacchettate. Quando arriva il treno a Genova, il capotreno ci obbliga a salire alla carrozza indicata sul nostro biglietto: la 7 (l’ultima) e noi siamo alla 1! Abbiamo 2 minuti: di corsa in due viaggi percorriamo il binario del treno avanti e indietro per portare la bici e poi le borse.
Quando saliamo sul treno, leghiamo le bici a lato del corridoio in modo da permettere il passaggio delle persone. Entro nel nostro scompartimento, e trovo una maglietta bianca sporca su un sedile vuoto. La sollevo schifato con due dita e la metto su uno dei portabagagli dopo aver chiesto se fosse di qualcuno delle 4 persone nello scompartimento. Mi siedo e dopo qualche istante entra Paolo che ha finito di fissare la sua bici e sorpreso domanda: “Dov’e’ la mia maglietta?”. A parte questo, e il fatto che nel tentativo di aggiustare il proprio appoggiatesta, Paolo abbassa quello del vicino svegliandolo di soprassalto, il nostro viaggio prosegue tranquillo. Ma oggi non va, e accumuliamo ritardo. A Pavia abbiamo esattamente 35 minuti di ritardo. Decidiamo di rimontare le bici sul treno in prossimita’ di Milano e scattare nella speranza di prendere il nostro treno per Domodossola. A Milano arriviamo esattamente alle 21.29. Durante la discesa dal treno il pedale della bici di Paolo rimane incastrato in una sbarra delle scale del treno, rapidamente riusciamo a liberarlo; scendiamo dal treno e pedalando rapidissimi andiamo dal binario 21 al 4. Troviamo il nostro treno ancora li’, col capotreno fuori ad aspettare: forse sapeva dal controllore del nostro treno che qualcuno sarebbe arrivato a prendere quel regionale. Saliamo in fretta e furia. Ovviamente non abbiamo avuto il tempo di fare il supplemento bici per colpa del ritardo, ma questo al capotreno non importa: supplemento bici (3.50 euro) + sovrapprezzo per averlo fatto a bordo treno (5 euro) e via. Evviva l’Italia. Mangiamo gli ultimi rimasugli di cibo che abbiamo: il ritardo del treno ci ha anche fatto saltare la cena, e alle 23 circa siamo a Domodossola. Qui la gente e’ in giro per il sabato sera vestita bene, noi siamo sudati e sporchi. Ci dirigiamo con calma verso Villadossola, e in una ventina di minuti siamo entrambi a casa e concludiamo questa nostra splendida avventura.