Cammino di Santiago – Giorno 2
Il mio secondo giorno sul cammino comincia con tranquillita’: colazione al bar con i ragazzi con cui ho cenato la sera prima. Alle 8.30 ci salutiamo sul ponte di Zubiri dove il cammino riprende in direzione di Pamplona. Io so di dover recuperare 20 km rispetto alla tabella di marcia che mi sono prefissato, quindi mi attende una giornata impegnativa. Il cammino riprende lungo una stradina molto stretta che mi fa attraversare le colline della campagna.
Sotto un cielo piuttosto nuvoloso, che ogni tanto lascia passare qualche raggio di sole, arrivo a Pamplona dopo piu’ di due ore. Qui raggiungo l’ufficio del turismo dove ne approfitto per un timbro. Nel momento in cui esco, vedo un ciclista con una divisa dell’Italia e una targa appesa al portapacchi: “Chivasso (Torino) – Santiago de Compostela”. Lo raggiungo, e iniziamo a parlare. E’ Salvatore, partito eroicamente da Chivasso in bici. Decidiamo di percorrere un tratto assieme. Dopo qualche chilometro pero’ ci dividiamo, sapendo che ci saremmo incontrati piu’ tardi.
Lasciata Pamplona, la strada prosegue su uno sterrato che sale deciso fino all’Alto del Perdon. Durante la salita, incontro tre simpatiche signore irlandesi che per il terzo anno di fila dedicano una settimana al cammino: ogni anno ripartono dalla localita’ alla quale sono arrivate l’anno precedente. In cima all’altopiano molti pellegrini si riposano, io decido di non fermarmi e intraprendere la discesa, che purtroppo si dimostra da mountain bike vera e propria e quindi non mi permette di recuperare le forze.
Raggiungo Uterga al termine della discesa e proseguo fino a Puente la Reina dove decido di fermarmi per pranzo. Prendo un panino in una bottega, e confermando il mio promettente futuro da pensionato, mi siedo su una panchina ad osservare un gruppo di giardinieri intenti a tosare la siepe della piazza aiutati da un bambino entusiasta di rastrellare le foglie tagliate. Quando riparto incontro nuovamente Salvatore, proprio sul ponte che permette di uscire dal paese. Scattiamo una foto e partiamo assieme.
Il percorso si fa sempre piu’ impegnativo, ed in un punto siamo costretti a sollevare le bici in due per affrontare dei gradoni. E ovviamente non mancano i punti dove spingiamo la bici. Intorno alle 17 siamo ad Estella: per Salvatore e’ la destinazione della sua tappa. Io ho bisogno di recuperare i chilometri che non ho fatto ieri, quindi decido di proseguire per altri 10 km. Ci salutiamo, nella speranza di ritrovarci piu’ avanti.
Con un ultimo sforzo lascio Estella e intraprendo da solo lo sterrato che prosegue in direzione di Iratxe, che pero’ non offre ostelli interessanti per dormire e non mi permette di recuperare sulla tabella di marcia. Proseguo ancora fino a Villamayor de Monjardin: un ridente paesino di quattro case, con una chiesa dal campanile affascinante. Qui vengo accolto da una coppia di ospitaleros olandesi gentilissima all’interno dell’ostello del pellegrino. La sera si cena ad un unico tavolo con pellegrini da tutto il mondo: Nuova Zelanda, Olanda, Danimarca, Spagna, USA e Gran Bretagna.