Sardegna Costa Nord – Giorno 5
Il piano di oggi prevede traghetto per l’Asinara (Cala Reale) e poi rientro a Stintino (da Porto dei Fornelli).
Usciamo dall’appartamento leggermente in ritardo, soprattutto perché trovare la biglietteria dei traghetti di Porto Torres non si rivela semplicissimo, e oltretutto dobbiamo comprare del cibo perché sull’Asinara sembra non ci sia possibilità di trovarne.
Ci dividiamo: io vado alla biglietteria, Spillo e Use in cerca di una bottega.
La compagnia Delcomar offre collegamenti piuttosto frequenti tra Porto Torres e l’Asinara. Attenzione alle date però, perché nel 2022, quando siamo andati noi, dal primo ottobre (oggi al momento del nostro viaggio) scatta la bassa stagione e i traghetti circolano solo alcuni giorni della settimana.
Alla biglietteria trovo una coda non indifferente di persone (tutti ciclisti): sembra che non sia possibile fare il biglietto online e quindi tutti sono in fila all’unico sportello disponibile. Nonostante la bassa stagione, i biglietti sono molto cari, soprattutto per la combinazione scelta da noi con sola andata da Porto Torres: paghiamo 30 euro circa a testa compreso il trasporto bici.
Il traghetto é uno spettacolo agli occhi di un ciclofita: due file lunghissime di biciclette senza tracce di auto: da qui in poi siamo i padroni del mare, alla conquista dell’isola a bordo delle gentil due ruote. La traversata dura 1h 15 come previsto, su un mare calmissimo.
Sull’isola ritroviamo in ordine di numerosità: ciclisti (tantissimi), asini (un centinaio), persone in golf-kart (quattro – a noleggio per i turisti), guide turistiche in fuoristrada (una – tour organizzati?). Partiamo quasi per ultimi per via dei soliti inconvenienti che ci colpiscono alla partenza: chi si é dimenticato di bere, chi ha un problema ad una gomma, chi non ne ha ma semplicemente é molto rilassato…Iniziamo quindi una rimonta pantanistica del plotone ciclistico senza troppo affanno, fino a quando arriva lo “Stelvio” locale (si fa per dire): 800 metri con 40 metri di dislivello in cui la maggior parte dei fuggitivi privi di sostentamento elettrico arranca. Non noi. Nonostante le borse ai lati delle bici, superiamo in grande stile tornanti e persone, mentre la vista dall’alto si estende sempre di più sulla costa della Sardegna continentale ed il mare illuminato dal sole.
Dopo la salita più dura, segue una discesa su due tornanti che porta alla prima bellissima caletta, dove però nessuno ancora osa fermarsi, consapevole che qui la natura ha deciso di varcare i limiti dei superlativi. Comincia una nuova salita a Cala d’Oliva, dove si trova l’unico bar e punto di ristoro dell’isola. Non ne abbiamo bisogno, e quindi con il rapporto più agile a disposizione affrontiamo la salita che porta all’ultimo avamposto raggiungibile su asfalto in questo lato dell’isola: il vecchio carcere.
Con il sole caldissimo attacchiamo uno sterrato arido e impervio, che ci invita più volte a controllare il GPS nella speranza di essere in errore…non é così. Ma quando arriviamo in cima, ci rendiamo conto di essere in un altro ambiente, totalmente isolati dal resto dei turisti che vediamo passare sulla lingua grigia che segue pedissequamente la linea della costa. Scolliniamo in mezzo ad un piccolo bosco dopo quasi 300 metri di salita, prima di scendere lungo uno sterrato che poi diventa sentiero fino ad un’oasi dal mare cristallino che bagna una spiaggia bianchissima come in un angolo di paradiso. Resistiamo alla spinta di Spillo che vorrebbe immergersi in quell’angolo incredibile, anche perché siamo in area protetta e molti cartelli indicano di non uscire dal percorso segnato.
Risaliamo quindi lungo tornanti ripidi e durissimi con la fatica che si fa sentire ed il tempo che scorre, come ci ricordano gli stomaci vuoti che iniziano a brontolare. Per fortuna usciamo nuovamente sull’asfalto a chiudere questo anello da mountain bike di 15 km: mangiamo i nostri panini all’ombra di una tettoia a Cala Oliva, e chiudiamo con un ghiacciolo al bar.
L’escursione su sterrato ci é costata tanto tempo e fatica, ed il nostro traghetto per Stintino partirà alle 17 dall’estremità sud dell’isola: partiamo quindi subito per seguire nuovamente la strada asfaltata verso l’estremità meridionale. Anche qui il paesaggio ci offre scorci straordinari di una natura incontaminata o quasi, dove i pochi segni umani risalgono a vecchie costruzioni abbandonate che donano a questo quadro naturale un tocco di nostalgia.
Percorsi questi stupendi 23 km dove abbiamo incrociato più asini che persone, arriviamo con poco più di un’ora di anticipo al piccolo porto. Abbiamo tempo per un bagno in una piccola spiaggia rivolta verso La Pelosa, dove ci siamo solo noi.
Facciamo quindi il biglietto per il traghetto di rientro (altri 30 euro) che in 30 minuti circa ci porta a Stintino dove ci fermiamo per la notte. Per il traghetto di rientro, meglio telefonare a motonave Ausonia che offre il servizio per accertarsi che la tratta sia coperta.