Ciclovia Alpe Adria

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Riassunto

Il percorso della Ciclovia Alpe Adria da Salisburgo a Grado e’ stato eletto percorso ciclabile europeo dell’anno 2015, e come tale per noi e’ stato il miglior candidato per il giro cicloturistico delle vacanze di quest’anno. Si tratta di un percorso di 400 km circa suddiviso in 8 tappe di lunghezza dai 39 ai 60 km giornalieri, in gran parte pianeggiante o in discesa, se percorso dall’Austria all’Italia. Le salite incontrate soprattutto nel tratto austriaco sono tutte affrontabili tranquillamente e solamente in qualche circostanza potrebbe risultare necessario dover scendere e spingere la bicicletta, specialmente se carica di borse.

Ho optato per questa ciclovia, convinto dalla lunghezza totale, dalle citta’ attraversate, dalla altimetria accettabile anche per la mia ragazza, e dalla relativa facilita’ nel raggiungere il punto di partenza del percorso (Salisburgo) e ritornare a casa dal punto di arrivo (Grado) coi treni.

Mi erano balzate per la testa altre alternative, come Parigi – Londra o il Cammino di Santiago, ma il fatto che questa ciclovia fosse stata eletta migliore del 2015, ha alla fine fatto pesare la bilancia per questa scelta. Noi abbiamo deciso di affrontarla in 14 giorni: 8 in bici come proposto dal sito ufficiale Ciclovia Alpe Adria, 2 di viaggio e 4 di pausa (uno a Salisburgo, uno a Villach, uno a Udine e uno ad Aquileia). Di questi giorni, abbiamo optato per stare 8 notti in camping e 4 in albergo.

A livello di impegno si e’ rivelata perfetta per una vacanza, con alcuni luoghi interessanti da visitare (Salisburgo, Bad Gastein, Villach e Aquileia su tutti a nostro modo di vedere) e paesaggi piacevoli da vedere. L’unica nota dolente era l’impossibilita’ di fare il bagno in un lago, fiume o mare al termine di ogni fatica.

Difficolta’

E’ un giro adatto a tutti, anche se in alcuni punti puo’ essere necessario spingere la bici oppure prendere il treno. Solo su alcuni punti mi sento di commentare: pendenze e traffico/indicazioni. Per quanto riguarda le pendenze sono sempre accettabili, tranne gli ultimi 2 km per raggiungere Bad Gastein, che pero’ valgono il prezzo della fatica. Non sono a conoscenza del tratto da Bad Gastein a Mallnitz, perche’ noi abbiamo preso il treno che attraversava la montagna tramite un tunnel (10 minuti di viaggio). In Austria, comunque, qualche saliscendi si trova, mentre in Italia e’ calma piatta eccezion fatta per qualche breve saliscendi tra Venzone e Udine.

Raggiungibilita’

Raggiungere Salisburgo senza smontare la bici e’ un’impresa non da poco e oltrettutto e’ necessario fare attenzione a non cadere in falle del sistema di Trenitalia per non rimanere appiedati proprio alla partenza. Quello che abbiamo fatto noi e’ stato prendere il treno da Domodossola a Verona (Trenitalia) e poi due treni austriaci della OBB per raggiungere prima Rosenheim e poi Salisburgo. Inizialmente avevamo acquistato dei comodi ed economici biglietti 2×1 sul cisalpino Domodossola – Verona: zero cambi e bici trasportabile intera. A pochi giorni dalla partenza, recandomi in biglietteria, ho scoperto che il treno permette il trasporto bici, ma SOLO se partenza o arrivo non sono in Italia. In pratica, per chi viaggia in Italia il trasporto bici non e’ concesso, anche se ovunque il treno viene indicato come dotato di spazio per il trasporto delle biciclette. Dopo inutili richieste in biglietteria, telefonate al call center di Trenitalia e richiesta di rimborso, abbiamo dovuto rinunciare e andare tramite regionali fino a Verona, cambiando a Milano.

Noi a Verona

Noi a Verona

Per il ritorno ci siamo affidati interamente a treni regionali italiani da Cervignano a Domodossola con cambi a Venezia S. Lucia, Verona e Milano. Anche per questo caso, avremmo avuto un comodo Cisalpino/Eurocity da Venezia S. Lucia a Domodossola con trasporto bici non concesso in tratta nazionale (scoper dita fatta dopo l’acquisto del biglietto).A livello pratico, questo e’ stato il nostro epico tragitto ferroviario:

ANDATA

  • Domodossola – Milano Centrale: 8.30 – 10.05
  • Milano Centrale – Verona Porta Nuova: 11.20 – 13.20
  • Verona Porta Nuova – Rosenheim: 15.02 – 19.40
  • Rosenheim – Salisburgo: 20.35 – 21.30

RITORNO

  • Cervignano Grado Aquileia – Venezia S. Lucia: 8.51 – 10.20
  • Venezia S. Lucia – Verona Porta Nuova: 11.12 – 12.39
  • Verona Porta Nuova – Milano Centrale: 13.40 – 15.35
  • Milano Centrale – Domodossola: 17.29 – 19.06

Detto dei dettagli organizzativi, vanno aggiunte alcune note da non sottovalutare: abbiamo dovuto anticipare la partenza di due ore, ma soprattutto abbiamo goduto del solito servizio eccezionale di trasporto bici delle ferrovie italiane. Per chi volesse infatti caricare una bici su un regionale occorrerebbe una preparazione mentale appropriata fondata, vestiti di poco conto e un asciugamano. In sequenza, al momento di caricare una bici su un treno bisogna sollevare il mezzo probabilmente carico di borse su per tre scalini alti oltre 80 cm dal piano del marciapiede, evitare il palo posto immediatamente in mezzo all’atrio di accesso al vagone nel quale l’incastro e’ probabilmente certo, inclinare la bici ancora in sospensione con una mano, aprire la porta a chiusura automatica con l’altra e inclinare la bici in modo che i pedali non si incastrino sui gradini, vengano bloccati dal palo centrale e il manubrio passi a filo per l’uscio della carrozza. Una volta ottenuta questa combinazione vincente, si accede finalmente allo spazio per le bici. Qui Trenitalia offre diverse versioni: ganci sospesi al soffitto e guida alla parete disallineati, spazio totalmente vuoto con liberta’ di interpretazione completa, spazio semivuoto con vecchio posto di controllo abbandonato con scrivania inutilizzata a occupare meta’ scompartimento, spazio vuoto con due file speculari di guide a terra a indicare la possibilita’ di piazzare solamente 6 biciclette. Cosi’ tanta offerta mi mette in difficolta’. Pero’, quando si entra non bisogna fare troppo i pretenziosi, occorre trovare subito un posto dove mettere la propria bici in modo che il capotreno possa passare, perche’ il piu’ delle volte lui si lamentera’ di questo, piuttosto che scusarsi del disservizio. E ovviamente, aiutare i poveri sventurati ancora alle prese con la combinazione perfetta scale, palo, porta di accesso al treno. Noi per fortuna ce la siamo sempre cavata bene, soprattutto grazie ad un inevitabile senso di coalizione e cooperazione che nasce immediatamente tra vittime dello stesso disservizio al momento della salita.

La OBB non ci ha offerto molto di meglio, se non per il vagone bici molto grande e comfortevole. Il treno per Salisburgo a Verona, arriva in orario; ma 5 minuti prima del suo arrivo, il binario di fermata viene cambiato, e quindi nasce un gran parapiglia di gente che sale e scende, soprattutto cicloturisti come noi. Sembra di vedere una marea di profughi in procinto di prendere l’ultimo treno della speranza. E non vado lontano dalla realta’. Infatti, il treno e’ clamorosamente pieno quando saliamo, tant’e’ che a spinta raggiungiamo i posti riservati a noi dopo piu’ di 20 minuti: c’e’ una marea di persone inconsuetamente in piedi per un treno con prenotazione. Quando scendiamo a Rosenheim la situazione si chiarisce: una maxi retata della polizia ferma un gruppone di almeno 70 immigrati clandestini diretti in Germania. Tutti vengono costretti a sedersi sulla scalinata del primo binario, schedati e messi su una camionetta della polizia. Quando la procedura e’ solo agli inizi, il nostro treno regionale per Salisburgo ci accoglie, e qui finalmente capiamo di essere in un altro mondo: nessun scalino alto come il cielo da scavalcare con la bici, nessun palo d’ostacolo, grossi simboli calorosi ad indicare il posto per le bici con tanto di cinture di sicurezza per bloccarle a dovere, treno luccicante con tanto di tavolini e schermi con le stazioni, ritardi previsti ed effettivi. Commovente.

Bellezza

Il tragitto corre lungo la Carinzia ed entra nel Friuli Venezia Giulia, passando dalla montagna al mare. La prima parte del viaggio si snoda lungo il fondovalle nel quale si trova Salisburgo, con lo spettacolo delle montagne circostanti dal verde lussureggiante. Successivamente si sale fino a raggiungere il punto piu’ alto nella fantastica Bad Gastein con la sua cascata e la vista su tutta la vallata, ed anche la vista da Mallnitz merita una citazione. Il tratto da Villach a Tarvisio offre ciclabili veramente piacevoli in mezzo al bosco. Il tratto italiano da Resiutta a Grado non offre moltissimo e ci e’ risultato noioso, eccezion fatta per la pausa a Venzone con la Festa della Lavanda e Aquileia per il suo valore storico.

Alloggio

Ci siamo affidati per lo piu’ a campeggi, ai quali ho inviato email prima della partenza per avere conferma della disponibilita’. In Austria ho ricevuto spesso risposte un po’ infastidite, pero’ in generale non occorre prenotare, eccezion fatta per Salisburgo, dove i campeggi sono pochi e il turismo e’ maggiore che in altri posti. Le nostre soste in albergo sono state a Bad Gastein (o meglio Bockstein), Tarvisio e Udine. Siamo andati in alta stagione (inizio di agosto), ma i prezzi erano ragionevoli.

Costi

Essendo un viaggio lungo due settimane viene a costare. Considerando le categorie di costo incluse in questo viaggio:

  • Treno (A/R): 100 euro all’andata, 40 euro al ritorno (inclusi i posti bici)
  • Treno Bockstein – Mallnitz: 5 euro
  • Cibo: noi ci eravamo organizzati in modo da poter mangiare al sacco se necessario, ma concederci pranzi o cene fuori se lo avessimo voluto, e alla fine abbiamo speso qualcosa come 30 euro al giorno di media
  • Alloggio: in campeggio la nostra spesa a notte era compresa tra i 10 e i 15 euro a testa, mentre in albergo era circa 2 – 2.5 volte maggiore.

In totale quindi quotidianamente spendevamo tra i 40 e 50 euro per mangiare e dormire. Ovviamente poi occorre aggiungere gli extra che ci si vuole permettere durante una vacanza, come gite e souvenirs.

Diario di Viaggio